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Scheda Anthony

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    Quando finirà la mia storia, inizierà la mia leggenda!

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    • Anthony Scott è un personaggio nato dalla mia fantasia, quindi è vietata la copia intera o parziale dei contenuti qui riportati! Grazie <3

    • La grafica e codici sono tutti ad opera mia. La copia è vietata. Se volete qualche aiuto sarò felice di darvelo, basta inviarmi un MP! :D

    • Ovviamente i +1 sono sempre graditi. Sì, cerco affetto xD

    • Il prestavolto è Ash Stymest

    • Si consiglia una lettura nel seguente ordine: Background, Clan, Profilo Psicologico e Dan Smish & Il Paiolo Magico.


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    •Nome: Anthony.
    •Cognome: Scott.
    •Lugo di Nascita: Gloucester.
    •Data di Nascita: 8 Agosto.
    •Età: 22 Anni.
    •Altezza: 185 cm.
    •Peso: 74 kg.
    •Capelli: Corvini e mossi.
    •Occhi: Verdi con raggi marroni intorno alla pupilla.
    •Segni particolari: Ha diversi tatuaggi, sulle braccia sul petto, ma il più particolare è una piccola croce nera sotto l'occhio sinistro che sembra quasi un neo. L'ha fatta in seguito alla morte della donna da lui amata, in segno di lutto. Come una lacrima che gli righerà perennemente il volto. È solito portare intorno al collo l'anello appartenuto ad Hayley e che gli aveva donato in punto di morte.
    •Padre Biologico: Stevan.
    •Madre Biologica: Ilary.
    •Stato di Sangue: Mezzosangue.
    •Segno Zodiacale: Leone.
    •Colori Preferiti: Bordeaux.
    •Sesso: Maschio.
    •Orientamento Sessuale: Etero.
    •Casata di appartenenza: Grifondoro.
    •Conto bancario: A030
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    PROFILO PSICOLOGICO
    Non c’è bisogno di girarci in torno, io lo so, tutti lo sanno: ho un caratteraccio, anzi sono un vero stronzo. Sono di pessima compagnia, non faccio altro che rispondere male e allontanare le persone. Sono violento e anche un non nulla mi fa scattare come una molla. Sono intollerante, non ascolto le persone e mi faccio sempre i cazzi miei. Non penso mai agli altri, a cosa possano provare, desiderare, ma penso solo a me stesso e ai miei problemi. Non faccio altro che offendere le persone per vederle soffrire, anche quando non lo meritano, anche quando cercano solamente di aiutarmi.
    Ma come biasimarmi? Sono cresciuto con un padre che fin da piccolo non mi ha mai dimostrato neanche un briciolo di amore. Troppo concentrato ad impartirmi un educazione severa, per prepararmi ad essere un vero Alpha, un giorno, come se io volessi davvero diventarlo. Non si è mai preoccupato di capirmi veramente. Si limitava a punirmi per la mia vivacità e a picchiarmi, e quando la mamma mi difendeva, riportava anche lei un livido o due. Col passare del tempo ho perso le speranze in quell’uomo severo e burbero, che non mi rivolgeva mai un sorriso, non mi faceva mai un complimento. Mi sono semplicemente allontanato, isolato in un silenzioso dolore. Mia madre, d’altro canto, non faceva altro che difenderlo. Continuava a ripetermi che un tempo non era questo tipo di uomo, ma che la vita lo aveva cambiato.
    Maledetta vita, mi ripetevo io. La incolpavo per come aveva trasformato mio padre e con il passare degli anni, il dolore si trasformò in rabbia, una rabbia covata verso il mondo, una rabbia che si riversava su tutto e tutti, una rabbia che per me, era ed è come una corazza. Così ho iniziato ad essere ribelle, i primi tatuaggi, le prime scazzottate, e tutto per far soffrire mio padre, proprio come lui aveva fatto soffrire me. Piano piano ho capito che traevo conforto dalla sofferenza altrui. Se io soffrivo, anche gli altri dovevano soffrire. E quando le mie parole, le mie azioni, colpivano nel segno chi mi stava intorno, io mi sentivo bene, non mi sentivo più solo in quel dolore sordo. I miei genitori iniziarono a rassegnarsi. Forse mio padre iniziò ad incolpare anche se stesso per come ero diventato, ma non mi importava, anzi doveva sentirsi in colpa, doveva soffrire.
    Fui questo tipo di persona per molto tempo. Anche quando iniziai a frequentare Hogwarts le cose non cambiarono. Non ebbi neanche un vero amico. Tutti stavano con me solamente perché ero il pazzo di turno, quello che faceva le cavolate e che li faceva divertire. Ho fatto soffrire molte ragazze con il mio atteggiamento menefreghista. Per me erano solo degli oggetti, e poi come tali le buttavo via.
    Se oggi parlo così di me stesso, è solamente grazie a lei, ad Hayley. È stata l’unica persona di cui mi è mai importato veramente qualcosa. L’unica donna che ho mai amato, l’unica persona la cui felicità ho messa prima della mia, l’unica persona che è riuscita a fare breccia nel mio cuore e che è riuscita a farmi diventare una persona migliore, cancellando tutta la mia sofferenza. Bastava un suo sorriso per farmi rinsavire quando perdevo il controllo, un suo contatto per farmi desistere dal fare qualche commento sarcastico e offensivo. Mi ripeteva continuamente che sono come un libro aperto. Diceva che bastava guardarmi per capire il mio stato d'animo. Insisteva con il fatto che il mio corpo è più eloquente della mia bocca. Quando sei arrabbiato, cambi completamente espressione, fai davvero paura; quando sei sotto stress e imbarazzato, ti passi una mano tra i capelli; quando sei allegro invece, sembri un'altra persona, hai sempre quel sorriso bellissimo sulle labbra; così diceva la mia Hayley.
    Ma ora che lei non c’è più, non penso di poter essere quella persona. Il dolore è troppo grande, la sofferenza è tornata presente nel mio petto come un macigno, e penso proprio di non essere l’uomo che lei credeva io fossi. Sono il solito stronzo, il ragazzo tatuato senza speranza, come tutti hanno sempre amano additarmi…
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    BG - LETTERA
    Cara Hayley,
    le parole sono come macigni per me, e il tuo ricordo è una fitta al cuore che mi rammenta che tu non ci sei più… Rimango per ore ad immaginare il tuo viso tra le mie mani, ad osservare le tue carnose labbra e i tuoi occhi celesti pieni di vita e di speranza, ma quando il sogno svanisce, non sento più nulla se non il dolore. È così straziante, che mi sembra di morire. Vorrei strapparmi il cuore dal petto per evitare di soffrire così. Queste sono parole che non potrai mai leggere, e tutto per colpa di questo maledetto mondo, tutto per colpa di un crudele destino che ci ha segnati sin dall’infanzia.
    Sono seduto su questa barcollante scrivania in legno infradiciato dall’umidità, circondato da quattro mura ingrigite dal tempo, in una bettola della periferia di Gloucester, che puzza di stantio e di muffa. Almeno non sono del tutto solo. Una coppia di canarini ha deciso di nidificare proprio sopra la mia finestra e hanno la strana abitudine di intrufolarsi dentro, ogni qual volta apro le ante. Mi sono accorto di star sorridendo, forse per la disperazione o per non piangere, non lo so… Ad ogni modo, i due amichetti qui, non sembrano per niente intimoriti dalla mia presenza, anzi, sembrano quasi punzecchiarmi, come se avessero compreso il mio dolore e cercassero di distrarmi da esso... Io che intimorisco la gente con uno sguardo, ora non faccio spaventare neanche due uccellini.
    Come avrai intuito, dopo gli eventi di quella terribile sera, ho deciso di lasciare la nostra famiglia, il branco. Sono andato via dalla foresta di Dean. Non posso dimenticare il tuo corpo tra le mie braccia, le tue labbra che nei tremiti mi dicono di amarmi, la tua sforzata espressione di sorridermi, poco prima di lasciar posto ad un volto inespressivo e privo di vita. Come sempre, anche in punto di morte, hai cercato di rassicurarmi, con quel sorriso che è per
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    me la cosa più bella di questo mondo. Non posso dimenticare i tuoi occhi: un attimo prima pieni di vita, poi completamente spenti e vitrei. In un solo attimo, tutti i tuoi sogni, le tue speranze e i tuoi progetti, spenti per sempre…
    Sai meglio di me che ho un caratteraccio e che non merito l’amore di nessuno, eppure tu mi hai amato. Ancora non posso spiegarmi come sia stato possibile, ma è stato così. Se non fossi entrata nella mia vita come un uragano, sconvolgendomi e invadendo ogni millimetro della mia essenza, avrei lasciato il branco molto tempo fa.
    Cinque anni fa, quando finii la scuola e tornai nel branco da maggiorenne, ero veramente convinto di restare, combattere per il nostro branco e aiutarlo ad affermarsi. Volevo che non temessero più il mondo esterno e che da prede, diventassero predatori quali noi Lycan siamo. Eppure rimasi deluso. Forse per colpa dei miei modi scontrosi e per il mio atteggiamento da vero stronzo, nessuno volle darmi retta e quella stupida legge sul non farsi coinvolgere con gli abitanti del mondo esterno, rimase invariata.
    Forse ricorderai la prima volta che i nostri occhi si sono incontrati. La prima volta che la tua bionda chioma ha catturata la mia attenzione e la prima volta che ho visto il sorriso più bello del mondo, il tuo. Ero sulle sponde del fiume Wye, occupato in una furibonda lite con mio padre. Ricordo ancora quanto ero arrabbiato, gli occhi iniettati di sangue, i pugni stretti così forte da avere le nocche bianche come il latte. Era passato solo un anno da quando avevo terminato gli studi e non sopportavo più quella vita. Non faceva per me. Chiusi in quel bosco, con il permesso di girare nelle città vicine, ma con l’obbligo di ritornare durante la luna piena e ogni giorno al calar del sole. Si doveva essere sempre cauti, attenti, per salvaguardare il nostro rifugio. Quel giorno stavo comunicando a mio padre la decisione di allontanarmi dal clan della Luna Nascente per esplorare il mondo, conoscere le persone e combattere per i miei diritti. Ovviamente, come al solito, si era opposto. Ero su tutte le furie, e come sai bene in questi momenti perdo completamente il controllo, la rabbia mi annebbia il cervello e lascio andare la parte istintiva e animalesca che è in me. Stavo per avventarmi su di lui, quando per un qualche strano segno divino, i miei occhi hanno messo a fuoco la tua figura. Ti eri appena fermata a guardare la scena, gli occhi sgranati per la paura e lo sconcerto. Avevi già capito cosa stava per succedere, a quanto pare mi conoscevi molto bene, invece io, io ti notavo per la prima volta. I nostri occhi si sono incrociati e tutta la rabbia, sparita in una nuvola di fumo. Oh Hayley, non posso scordare la tua reazione al mio sguardo. Sei diventata rossa come un peperone e mi hai rivolto un incerto e tirato sorriso, prima di allontanarti imbarazzata. Il sorriso più bello che i miei occhi avessero mai visto.
    Non te l’ho mai detto, ma penso di essermi innamorato di te proprio in quel istante. Anche i nostri incontri successivi, non furono frutto del caso. Non riuscivo a non pensarti e facevo di tutto per trovarti. Lo so che all’inizio sembravo tutto furche innamorato di te. Facevo lo stronzo, ti trattavo male e non perdevo occasione per farmi odiare. Ma devi capirmi, non ero abituato a quel genere di sentimenti. Non mi sono mai legato con nessuna veramente, mi sono sempre comportato da menefreghista e da stronzo, e quando ti ho conosciuto, non ci ho capito più nulla. Mi sentivo strano e non sapevo come gestire quelle sensazioni per me nuove, e quindi lo facevo nell’unico modo in cui ero capace, ferendoti. Eppure, eppure tu non mi hai mai odiato. Stranamente continuavi a rivolgermi la parola e ad ascoltare le mie cazzate ogni volta che tornavo da te. È stato proprio il tuo amore incondizionato a rendermi una persona migliore, tu mi rendevi una persona migliore. Sapevo di non meritarti, eppure non riuscivo a stare lontano da te, mi era impossibile. Con te sentivo di poter superare qualsiasi problema, sentivo di poter cambiare in meglio e per quattro anni è stato così. Sono rimasto nel branco, solo per te. Ho cercato di avvertire tutti che era meglio muoverci e non restare fermi nello stesso posto. Ho combattuto come mi hai chiesto tu di fare, per rendere le regole del clan meno rigide, e sotto la tua guida sono riuscito a cambiare qualcosa, eppure… Eppure quel coglione di mio padre non mi ha voluto dare retta. L’avevo avvertito che sarebbe stata questione di tempo prima che i Venatores ci trovassero. Se solo mi avesse dato ascolto… Se solo l’avesse fatto, ora non mi troverei in questo posto di merda, a scrivere una lettera del cazzo, con le lacrime agli occhi nel parlar di te, a te.
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    Dopo quella sera, la cui unica vittima sei stata tu, mio padre ha deciso di seguire i miei consigli. Ora il clan ogni 3 giorni cambia collocazione nella foresta utilizzando incanti scudo, protezione e allarme. In qualità di Alpha quale dovrebbe essere, si è scusato chiedendo il mio perdono, ma il perdono non basta per riportarti indietro. A quel pensiero sono andato su tutte le furie e l'ho preso a pugni, lasciandolo a terra, poco prima di prendere le mie cose e salutare il clan per sempre. Mia madre non ha neanche provato a fermarmi. Penso mi odino.
    Hayley, so che non approverai il mio comportamento. Mi sembra di sentire la tua voce da maestrina che mi rimprovera, ma devi capirmi piccola, senza di te, non è la stessa cosa. Senza di te non sono l’uomo che tu credi io sia, senza di te non penso di potercela fare…

    Ti amerò per sempre
    Il tuo Anthony



    In quel momento, nella penombra della stanza, illuminata solo dalla tenue luce di una candela, una lacrima silenziosa gli rigò la guancia.
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    •Specie: Lupo Mannaro. Trasformato ha gli occhi rossi e il manto corvino come i suoi capelli.
    •Allineamento: Neutrale. Gli importa solo di se stesso e un tempo di Hayley. Oh, Hayley...
    •Schieramento: Nessuno.
    •Lavoro: Proprietario del Paiolo Magico.
    •Abilità: Materializzazione, Legilimanzia e Occlumanzia.
    •Patronus: Grande Lupo.
    •Bacchetta: 12 Pollici, flessibile, legno di Agrifoglio, Nucleo in corda di cuore di Drago.
    L'agrifoglio è uno dei legni da bacchetta più rari; ritenuto tradizionalmente protettivo, questo legno si sposa felicemente con chi può aver bisogno d'aiuto per superare la propria tendenza alla rabbia e all’impetuosità. Non di rado, inoltre, le bacchette di agrifoglio scelgono un padrone coinvolto in qualche pericolosa impresa di ricerca, spesso di tipo spirituale. L'agrifoglio è uno di quei legni la cui efficacia negli incantesimi varia radicalmente a seconda del nucleo scelto per la bacchetta. È notoriamente difficile combinarlo alla piuma di fenice, perché la sua imprevedibilità entra in qualche modo in conflitto con il temperamento distaccato della fenice. Nella remota eventualità in cui una simile combinazione trovi il suo proprietario ideale, tuttavia, niente e nessuno dovrebbe provare a ostacolarli.

    Di norma, dalle corde del cuore di drago si ottengono le bacchette più potenti e in grado di realizzare gli incantesimi più spettacolari. Le bacchette di drago tendono a imparare più in fretta delle altre e, anche se possono cambiare bandiera in caso di sconfitta del vecchio proprietario, legano sempre in modo molto forte con chi le possiede.
    La bacchetta di drago solitamente è la più facile da convertire alle Arti Oscure, ma non lo farà mai di sua spontanea iniziativa. Rispetto agli altri due nuclei, questa bacchetta è la più incline agli incidenti, essendo alquanto lunatica.
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    BRANCO D'ORIGINE - CLAN DELLA LUNA NASCENTE
    Il Clan della Luna Nascente ha origini antichissime. Fu fondato in pieno periodo illuminista, da Erbart Risingmoon. La famiglia Risingmoon è una delle famiglie di Licantropi più antiche e per di più Purosangue, questo fin quando Erbart non sposò una mezzosangue. Si dice che proprio in seguito a ciò, il padre lo diseredò, ma questo portò alla rovina della famiglia stessa, in quanto Erbart, unico erede vivente rimasto, in seguito alla morte prematura del fratello più grande.
    Dal canto suo Erbart, mente raffinata e geniale, decise di crearsi una famiglia tutta sua, la famiglia dei suoi sogni. Come prima cosa, in accordo con il suo migliore amico, Damian Scott, anch’esso proveniente da una nobile e ricca famiglia, lo trasformò. Così Erbart insieme al suo braccio destra, si adoperò per fondare il clan. Accolsero a braccia aperte altre famiglie di Licantropi o semplici omega solitari, che volevano abbracciare i loro ideali. Decisero di trasferirsi nella grande Foresta di Dean, dove crearono una vera e propria comunità organizzata, con un credo e delle regole ben precise. Inizialmente le regole non erano rigide come lo sono ora, ma questo era anche dovuto al fatto che la discriminazione nei confronti della loro specie non fu mai così alta come in questi anni 20.
    Attualmente la famiglia Alpha del clan sono gli Scott e non più i Risingmoon. Questo passaggio di testimone avvenne in quanto, un certo Erik Risingmoon ebbe solo discendenti femmine, la cui primogenita si sposò con un discendente di Damian.
    In seguito allo scoppio della prima guerra mondiale le cose cambiarono nel mondo, e cambiarono anche per il Clan. Spaventati dai cacciatori di taglie e da tutti coloro che minacciavano l’esistenza dei Licantropi stessi, iniziarono a temere la società esterna, isolandosi completamente nel nascondiglio che si erano andati a creare. La famiglia Scott non navigava più nell’oro come un tempo, e tutto il carisma e la sicurezza dei loro avi, era andata persa per sempre.
    Anthony Scott, figlio dell’attuale Alpha del Clan, provò a migliorare le cose, ma la testardaggine ed il terrore di Staven – suo padre – erano così radicati, che sfociarono nel peggio. Quello che Anthony aveva presagito si avverò, e in una calda notte di Agosto il clan venne attaccato da un team di Venatores. Fortunatamente per il clan ci fu una sola vittima, la ragazza di Anthony. Proprio quell’evento, allontanò il futuro Alpha del Clan, dal suo branco.
    Curiosità: si deve proprio al Clan della Luna Nascente, la scoperta dell’utilizzo del sangue di Licantropo, per ridurre il rischio di morte durante la transizione.

    CREDO
    Il clan segue un credo ben preciso che si tramanda da generazione in generazione e non è mai variato.
    - È proibito uccidere altri esseri umani. Per questa ragione, durante le sere di Luna piena ci si deve incatenare, oppure allontanarsi il più possibile dalla civiltà, inoltrandosi nel cuore della foresta.
    - Possono far parte del Clan solo Licantropi.
    - Non importano le origini dei membri del Clan. Fin che giurano fedeltà, sono i benvenuti.
    - I membri non devono coinvolgere in nessun modo gli umani nei loro affari.
    - È categoricamente proibito svelare il nascondiglio e la propria natura a umani.
    - L’unico modo per far entrare nuova gente nel clan è attraverso il rito di iniziazione e quindi, se necessario, la trasformazione.
    - Sin dalle origini si cerca di far crescere le parentele all’interno del clan, attraverso i matrimoni combinati tra le varie famiglie della Luna Nascente.
    - Se ci si innamora di un umano, per poterlo sposare e farlo diventare membro effettivo del clan, lo si deve prima trasformare.

    REGOLE
    - Una volta giurata fedeltà al clan, si deve vivere con il clan e per il clan.
    - I contatti con il mondo esterno devono essere limitati per evitare di essere scoperti.
    - Se ci si affeziona troppo ad un umano, strega o babbano che sia, si può procedere in due modi: uno, troncare ogni rapporto, due, portare al campo il soggetto, che verrà sottoposto ad una decisione: essere trasformato per continuare la relazione, oppure rifiutare e perdere tutti i ricordi sulla persona amata e sul Clan.
    - In caso si dovesse procedere con il rito di iniziazione e la trasformazione, viene fatto giurare alla vittima, attraverso il Voto Infrangibile, di non far parola con nessuno del Clan fino al giorno della trasformazione, e una settimana prima alla Luna piena, verrà somministrato sangue di Licantropo, per preparare l’iniziato al morso e ridurre al minimo i casi di decesso durante la transizione.
    - Non allontanarsi troppo dalla foresta di Dean e almeno una volta alla settimana e durante le notti di Luna piena, si deve tornare al villaggio.

    GERARCHIA DEL CLAN
    ALPHA
    - Stevan Scott – discendente di Damian Scott, nelle cui vene scorre anche il sangue di Erbart, fondatore del Clan.
    - Figlio (Anthony Scott – 22 Anni)

    BETA
    - Famiglia Jonson

    - Famiglia Roven

    - Famiglia Castel


    OMEGA
    - Anthony Scott – ha lasciato in clan in seguito alle ultime vicende, in cui è rimasta coinvolta e uccisa Hayley Jonson (fidanzata)
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    DAN SMISH & IL PAIOLO MAGICO
    Cara Hayley,
    è passato molto tempo dall’ultima volta che ti ho scritto. Sono stati tempi difficili per me e ancora lo sono, però ho capito che non posso lasciarmi andare e vivere come un miserabile, so che tu non l’avresti voluto. Ti sto scrivendo da una stanza del Paiolo Magico, sai ora lavoro qui. No, non ridere, sinceramente non so neanche io come ci sono finito in questo casino. Ora ti spiego come sono andate le cose e soprattutto cosa intendo quando dico che “lavoro qui!”
    Una sera di tre mesi fa sono giunto in questo posto, completamente ubriaco e stravolto, alla ricerca di una stanza dove pernottare. Ricordo solo il viso di un vecchio dagli abbaglianti occhi celesti, che mi ha accolto e accompagnato nella mia attuale stanza.
    Il risveglio la mattina seguente non è stato dei migliori. Avevo un mal di testa lancinante per la sbronza della sera prima, e sono sceso nel salone per prendere da mangiare. In quel momento è successo qualcosa che non mi sarei proprio aspettato. Il vecchio, che poi ho scoperto essere il proprietario di questo posto, mi ha lanciato un grembiule e mi ha detto di prepararmi la colazione da solo e che ero stato assunto a tempo indeterminato. Ovviamente tu mi conosci meglio di tutti e come ti aspetteresti da me, l’ho mandato a quel paese, restituendogli in modo “garbato” il grembiule. Col cazzo che mi metto a lavorare in questa bettola, ho pensato. Ma lui non si è minimamente scomposto, si è tenuto il vestitino da cameriere e prima di andarsene mi ha detto: “che ti piaccia o no, ora sei un mio dipendente, quindi se hai fame alzi quel tuo bel sederino e ti prepari qualcosa”.
    Ovviamente sono andato su tutte le furie, lo mandato a quel paese e sono uscito alla ricerca di un posto dove mangiare. Alla fine mi sono ritrovato a bere whisky in un bar dall’aspetto losco, in una traversa di Nocturn Alley. Non riuscivo proprio a capire che problema avesse quel vecchio decrepito. Chi cazzo ci voleva lavorare in quel posto? Di certo non io! Fatto sta che ho passato tutta la giornata in sto locale: The River o The Raver, una cosa del genere, e la sera, sono tornato nuovamente nella mia stanza al Paiolo Magico. Ricordo che mentre percorrevo barcollando il locale, i suoi occhi celesti mi hanno seguito per tutto il tempo; l’ho intimato di farsi i cazzi suoi e sono sparito su per le scale.
    La mattina seguente è andata esattamente come la precedente e anche il resto della giornata. Questa routine si è protratta per una settimana intera, fin quando una mattina Mr. Dan Smish, così si chiama il vecchio, non mi ha consegnato un anticipo del mese, senza che avessi mai davvero lavorato per lui. Ti serviranno dei soldi per pagarti l’alcol no? Oppure lo rubi? Mi ha detto con un sorrisetto. Beh, lì per lì gli ho gridato di tenersi i suoi fottuti soldi e che non mi avrebbe mai più rivisto in quella bettola. Sono ritornato al The Rover, mi sono ordinato un bicchiere di Whisky col ghiaccio, ma stranamente non l’ho proprio toccato. Devo ammettere che quel vecchiaccio mi stava mandando davvero su tutte le furie, ma allo stesso tempo il suo modo di fare, ha iniziato ad incuriosirmi. Non so bene perché, ma è riuscito a stimolare la mia curiosità, in qualche modo. Quella sera sono tornato prima al Paiolo, e come al solito l’ho trovato dietro al bancone, che mi guardava con quel sorrisetto compiaciuto, come se stesse aspettando che comparissi dalla porta d’ingresso da un momento all’altro. Avevo davvero voglia di spaccargli la faccia in quel momento, ma alla fine la curiosità ha preso il sopravvento e improvvisamente ci siamo trovati immersi in una lunga chiacchierata. Mi ha raccontato che dieci anni fa, ha perso sia sua moglie che il suo unico figlio, in un incidente pozionistico. Non sono voluto scendere nei dettagli, ma potevo leggere nei suoi occhi il dolore che aveva provato e che ancora provava nel ripensare a ciò che aveva perso, e improvvisamente mi sono accorto che eravamo più simili di quanto volessi ammettere. Il suo dolore è lo stesso dolore che sto attraversando io. Mi ha confessato che rivedeva in me, se stesso durante quel periodo da incubo. Per questo motivo si è comportato in questo modo. Voleva aiutarmi, aiutarmi a superare il lutto.
    Con un dolore del genere o si impara a convivere o si muore, mi ha detto con gli occhi lucidi.
    Dopo quella sera ho iniziato a vedere Dan Smish, sotto una luce diversa. Ho deciso di aiutarlo negli affari. Lui mi insegnava il mestiere e io mi prendevo il tempo per guarire. Più i giorni passavano e più mi sentivo meglio. Ti ho pensato ogni giorno in ogni singolo momento, ma il pensiero non era più doloroso come in precedenza.
    Capisci Hayley, il vecchio mi ha salvato, è riuscito a guarirmi, anche se ora mi ha lasciato e per giunta con un carico sulle spalle troppo grande. Non sono sicuro di essere in grado di portare avanti da solo il locale. Ebbene sì, mi ha nominato proprietario del Paiolo, intestando tutto a mio nome!
    Una mattina di due giorni fa, al mio risveglio, ho trovato una lettere sulla scrivania della stanza: Ad Anthony, mio secondo figlio e mio salvatore, così diceva l’intestazione.
    Dan, ormai vecchio e spossato, ha deciso di ritirarsi dal lavoro, tornando nella sua vecchia casa in Irlanda. Mi ha rassicurato che sarò un gestore migliore di lui, e che non ha mai visto nessuno con una così spiccata attitudine al comando, come in me.
    Cara Hayley, mi pare quasi di sentire la tua bellissima risata riecheggiare tra le nuvole del paradiso, nel leggere del mio destino burlone. Se fossi qui con me, mi rassicureresti e mi daresti la forza per affrontare questo oneroso incarico… Mi impegnerò per non deluderti, sarai fiera di me.

    Ti amerò per sempre,
    Il tuo Anthony



     
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